Teresa Spanò, insegnante a Casteldaccia, venne uccisa dalla figlia pochi giorni fa
La nota del Coordinamento Cittadino: “Si parli poco, ma non si dimentichi presto”
In un comunicato stampa diramato oggi, 4 gennaio, il Coordinamento Cittadino “ReteCivica Bagheria” si è espresso sulla tragedia, avvenuta pochi giorni fa, nella “città delle ville”: l’assassinio di Teresa Spanò per mano della propria figlia, un delitto che ha causato lo sgomento sia a Bagheria, dove è stato commesso, ed anche nella vicina Casteldaccia, città in cui la donna insegnava in una scuola.
“Non si faccia sciacallaggio di nessuna natura, ma non si ignori come abitudine, quello che è un segnale tristissimo: certe realtà non sono lontane e si annidano nelle case di ognuno di noi” – Scrive ReteCivica nel suo comunicato – “Un’emergenza sociale che impera a causa dell’indifferenza. Una responsabilità di tutti, alla quale i cittadini di ReteCivica non intendono sottrarsi”.
“Se da un lato non si riesce a trovare le parole, per altri versi vorremmo urlare: basta!!!” – Cosi recita l’incipit della nota diffusa dai referenti del coordinamento civico.
Siamo cittadini, siamo famiglie, siamo Teresa Spanò, i nostri figli sono sua figlia. Se è accaduto quel che è accaduto, è anche colpa nostra che non abbiamo saputo accoglierle in una comunità rassicurante, avvolgente, protettiva.
Questo coordinamento cittadino, spesso strumentalmente tacciato di perseguire fini repressivi per i gravissimi fenomeni di disagio sociale che denuncia da quasi tre anni, con l’azione sul territorio delle associazioni che lo compongono, non ha mai puntato il dito contro le vittime di questo disagio.
Ma non c’è assoluzione per quanto successo per nessuno di noi, cittadini ed istituzioni. Noi colpevoli di non avere urlato abbastanza forte e loro di essere un muro di gomma invalicabile e non scalfibile da nessun avvenimento.
Ora è il momento di piangere, tutte le lacrime possibili, di strapparsi i capelli per il dolore, ma verrà il momento in cui il dito lo si dovrà puntare, non contro queste vittime (entrambe) ma contro tutte quelle azioni non attuate, in una realtà sociale che si vuole colpevolmente raccontare diversa da come è.
I like sui social non sono il dato statistico di questa città, e più alto è il piedistallo, più lontano è il territorio che si fa finta di non conoscere.
Andiamo per strada liberiamo questi ragazzi da questi recinti in cui li lasciamo pascolare come greggi, diamogli altro.
L’inclusione sociale, si fa sul territorio con le orecchie e con il cuore aperto, e con il coraggio di fare scelte impopolari fuori dalla comfort zone.
Bagheria piange una concittadina che pochi notavano, di cui molti non si ricordano, invisibile come tanti altri e come sua figlia. Tra dieci giorni avremo dimenticato il suo nome e la prossima tragedia sarà sempre più normale fino alla abitudine, alla completa assuefazione.
ReteCivica rinnova l’invito a questa amministrazione ad illustrare tutte le attività poste in essere nel campo dell’inclusione sociale nel contrasto al disagio e al degrado umano, ma chiede di farlo in un confronto aperto a tutti i cittadini che vorranno prendervi parte, senza preclusione di sorta, e lasciando spazio alla interlocuzione.
Che si indìca una assemblea cittadina urgente e si faccia comunità. Come non si è saputo fare fino ad ora.” così si conclude il comunicato di ReteCivica Bagheria.
Un appello che speriamo possa trovare un accoglimento favorevole, nell’interesse di una comunità, tuttora scossa da un episodio gravissimo balzato agli onori della cronaca nazionale (NDR)
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