A Palermo 60 presidenti di seggio denunciati dalla DIGOS, si erano assentati alle scorse elezioni amministrative per assistere alla partita Palermo-Padova
Sono 60 i presidenti di seggio denunciati dalla DIGOS alla procura della Repubblica che si erano assentati alle elezioni amministrative del 12 giugno, per assistere al match calcistico fra la squadra Rosa Nero, e il Padova, valevole per i Play Off di serie C.
Il risultato della partita, conclusosi positivamente per il Palermo, che ritorna a giocare nel campionato cadetto di serie B, ha un sapore amaro per le persone denunciate che anno deciso di recarsi al Renzo Barbera, anziché alle urne, causando enormi disagi che hanno rallentato notevolmente le operazioni di voto.
Al momento dell’apertura dei seggi, infatti, si verificò un vero e proprio caos: ben 174 persone tra presidenti e scrutatori avevano rinunciato all’incarico. Sono state necessarie molte ore per trovare altre persone in grado di sostituire gli assenteisti, e nel frattempo moltissimi elettori avevano trovato varie scuole, sede dei seggi, chiuse al pubblico.
Dalle indagini condotte dalla Polizia di Stato, risulta che i tagliandi intestati ai denunciati sono stati vidimati elettronicamente agli ingressi dello stadio, e dato che non risulta alcun cambio, è chiaro che nessun altro è andato li al loro posto.
La maggior parte delle 60 persone denunciate ha presentato un certificato medico, nel quale erano presenti varie forme di malore accusato: dall’influenza al mal di stomaco; tuttavia le cause dovute a problemi di salute, sono state ritenute non credibili.
Nella fase successiva di indagini, anche i medici che hanno certificato i presunti malori, saranno chiamati a spiegare cosa sia accaduto.
L’informativa, consegnata nei giorni scorsi al procuratore aggiunto Sergio Demontis, e ai sostituti Eugenio Faletra e Andrea Fusco, è il risultato di uno screening riguardante ben 600 seggi elettorali della Città di Palermo.
In molti, fra le persone indagate, hanno ammesso di essersi recati allo stadio, altri hanno asserito che non valeva la pena fare il presidente di seggio per ricevere un compenso non abbastanza remunerativo.
Per i 60 denunciati si prevedono, nell’ipotesi più “rosea”, delle multe che variano da 206 a 516 euro, nel caso peggiore (che rappresenta la quasi totalità degli accertamenti) vi sarà, invece, l’iscrizione nel registro degli indagati.
La direzione in cui si evolverà lo scandalo dell’election day a Palermo, è sempre più vicina ad un maxi processo che faccia luce sull’inchiesta giudiziaria per falso, e interruzione di pubblico servizio.
Nicola Scardina
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