Masha Moskaleva è una ragazzina russa di 12 anni, internata in una struttura riabilitativa per avere fatto un disegno contro la guerra.

Ragazzina russa internata in una struttura riabilitativa per un disegno contro la guerra in Ucraina

La triste storia della 12enne Masha Moskaleva

Una storia che rasenta i limiti dell’assurdità, quella che riguarda la triste vicenda accaduta a Masha Moskaleva, una ragazzina russa, ritenuta colpevole di una campagna denigratoria contro la politica del suo paese.

La giovane di soli 12 anni, è stata internata in una struttura riabilitativa per un suo disegno realizzato nella scuola che frequentava, in cui ella si dichiarava contro la guerra in Ucraina.

A denunciare la detenzione di Masha Moskaleva è OVD-Info, un’organizzazione che si prodiga per i diritti umani, dedicata alla persecuzione politica in Russia, che sta seguendo il caso, citata dai media internazionali.

I fatti risalgono all’anno scorso, un mese dopo l’inizio dell’invasione russa in territorio ucraino, nel corso di una lezione d’arte svoltasi in una scuola di Yefremov, nell’oblast di Tula, in cui era stato chiesto agli alunni di esprimersi in sostegno delle truppe di Mosca.

Masha Moskaleva, rifiutando di partecipare alla lezione d’arte, con lo spirito patriottico imposto, aveva disegnato su un foglio bianco le due bandiere russa ed ucraina, con missili che viaggiano in direzione della seconda, in procinto di abbattersi contro una famiglia indifesa.

Disegno contro la guerra in Ucraina di Masha Moskoleva, ragazzina russa di 12 anni.
Disegno contro la guerra in Ucraina di Masha Moskoleva, ragazzina russa di 12 anni.
La scritta in russo riporta la frase: “Io sono contro la guerra”

Il messaggio che Masha intendeva trasmettere veniva poi ultimato con una frase che campeggiava sopra il suo disegno, in maniera netta, e inequivocabile: «Io sono contro la guerra».

Il messaggio di pace di Masha, però, non è piaciuto alla Commissione per le questioni minorili dell’oblast di Tula che, avvertita dalla scuola, ha aperto un fascicolo il mese scorso per limitare i diritti genitoriali del padre Alexei Moskalyov, e della madre che ha lasciato la famiglia quando la giovane aveva tre anni e attualmente vive in un’altra città.

Il disegno di Masha non passa di certo inosservato dalle autorità russe, facendo innescare, una lunga catena di eventi che si susseguono con i ritmi scanditi dalla macchina governativa guidata da Vladimir Putin, ed avallata dalla Duma, che con il lancio dell’“operazione speciale” volta a “denazificare” la confinante Ucraina, ha introdotto diverse norme per contrastare il dissenso al regime, e condanna a pene detentive severe chiunque osa gettare discredito sull’esercito di Mosca.

Masha Moskaleva rifiutando di partecipare alla “Lezione patriottica”, invia disegni e lettere ai soldati russi nell’aprile 2022; immediatamente la sua maestra interpella la preside che a sua volta contatta i servizi sociali affinché possano intervenire per la “riabilitazione sociale” della 12enne.

La ragazzina viene quindi duramente interrogata dalla polizia, che dopo avere convocato suo padre lo minaccia di essere privato della patria potestà

Nelle indagini successive della polizia russa emerge che il padre stesso aveva scritto in passato un post on line di condanna dove definiva i soldati russi “stupratori”, relativo molto probabilmente alle notizie provenienti dall’Ucraina, e relative a numerose segnalazioni di stupri di guerra da parte dell’esercito invasore.

Le osservazioni sono arrivate sulla scia delle rivelazioni di presunti crimini di guerra commessi dai soldati russi contro i civili a Bucha.

Alexei Moskalyov riceve una prima multa.

A Gennaio 2023 le autorità si presentano nuovamente a casa del padre della piccola Masha, portando via tutti i suoi risparmi, e la ragazzina stessa.

Durante un brutale interrogatorio, durato oltre tre ore, al padre viene detto che sarà sbattuto in cella, poiché è ritenuto colpevole di aver “cresciuto male” sua figlia, e che ella sarà portata in un orfanotrofio dove sarà cresciuta “correttamente”.

Al padre di Masha sono stati accordati gli arresti domiciliari, mentre affronta accuse per le quali rischia il carcere, ma Masha non è ancora tornata a casa.

Il “putinismo” imperante in Russia che rievoca climi da guerra fredda e mostra l’anticamera della distopia

Come è già stato anticipato, la vicenda di Masha e del padre Alexei Moskalyov, rasenta l’assurdità più totale, o se vogliamo davvero essere sinceri: un caso di autentica follia.

Una forma di follia dettata da un regime in cui vige sovrano il potere incontrastato dell’”uomo forte” del “leader duro e puro”, incarnato da Vladimir Putin, ritenuto l’unico in grado di guidare la Russia con fermezza e autorità riconosciuta.

Sembra quasi la trama di un film grottesco, in cui viene rievocato un clima da guerra fredda, ma ciò che fa presagire un lato, forse ancora peggiore, è quella che potrebbe essere definita come l’anticamera della distopia, degna dell’indimenticabile capolavoro di Orwell: “1984”.

È questa la realtà della Russia in pieno XXI secolo: un regime votato alla distopia, in cui il leader vigilia, osserva, e “prendendosi cura” del popolo, provvede anche ad “educarlo”, perché non può permettere a nessuno di destabilizzare la sua politica neanche ad una bambina, “rea” soltanto di avere realizzato un disegno contro la guerra.

«Pensiamo che il disegno sia stato il principale fattore scatenante che ha attirato l’attenzione della polizia sul padre e per questo hanno guardato i suoi social media» – ha dichiarato al giornale britannico Guardian Maria Kuznetsova, portavoce di OVD-Info.

Un’esagerazione? Non sembra affatto, a giudicare dalla testimonianza di Maria Kuznetsova: «È importante capire che il caso Moskalyov fa parte di una più ampia e terrificante tendenza: come parte di una più ampia repressione in tempo di guerra, il regime perseguita sistematicamente i minori contrari alla guerra e le loro famiglie, mentre spinge i giovani russi in una cultura fortemente militarizzata» ha detto la portavoce di OVD-Info.

«Secondo i nostri dati, almeno 544 minori sono stati detenuti durante le proteste contro la guerra nell’ultimo anno e sette minori sono attualmente perseguiti penalmente per le loro posizioni contro la guerra. Almeno 19 insegnanti contro la guerra sono stati licenziati… In particolare, i minori sono presi di mira per aver condiviso post o commenti su manifestazioni contro la guerra, volantini contro la mobilitazione, tenere manifestazioni solitarie, esprimere opinioni contro la guerra durante eventi scolastici, dimostrare abbigliamento contro la guerra, facendo iscrizioni contro la guerra» – ha evidenziato Maria Kuznetsova.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che l’anno scorso in Russia si verificarono oltre 4.500 arresti in 60 città, nel corso di manifestazioni pacifiche contro la guerra in Ucraina.

Un segnale che, al netto di qualsiasi teoria geopolitica abbastanza valida sulle reali responsabilità del conflitto russo-ucraino che addossano o meno la colpa alla NATO, lancia l’allarme di un pericolo grave: la mancanza di una vera democrazia in Russia.

Sapere di chi è la colpa maggiore in questa guerra assurda (come lo sono d’altronde tutte le guerre), non implica necessariamente da quale parte schierarsi, anche se un concetto così semplice, sfugge al solito “Zio Pino laureato all’università della strada” che, a seconda dei casi sfoggia nei social la sua preparazione in politica estera basata sulle esperienze giovanili con il Risiko, a favore di Putin o Zelensky.

L’unica cosa certa in tutto questo caos che rischia di far scatenare un conflitto nucleare, anche se può sembrare banale, romantico, idealista, o quel che vi pare, è constatare per l’ennesima volta come quell’estremizzazione dell’odio chiamata guerra giova soltanto ai potenti che le scatenano, a scapito di vittime innocenti, proprio come la piccola Masha, “colpevole” di avere fatto un disegno.

Concludo, dicendo, che a scanso di eventuali accuse contro il sottoscritto, non ho nessuna intenzione di dispensare pagelle di retorica fine a se stessa, non è un esercizio consono al mio modo di pensare; semplicemente odio le ingiustizie ovunque si verifichino, e tanto mi basta.

Le analisi geopolitiche fai da te, le lascio volentieri a qualcun altro che si crogiola nella considerazione del vero inizio delle ostilità nel 2014 da parte dell’esercito di Kiev contro i filo-russi del Donbass, pensando (erroneamente) che l’invasione russa sia quindi giustificata.

Una guerra non può essere giustificata, così come non può essere eliminata gradualmente come sperano i politici nostrani con l’invio di armi ad un paese belligerante, che sperano ingenuamente nella resa dell’invasore.

Occorre, invece, prodigarsi al più presto per raggiungere delle trattative di pace, se non vogliamo vivere in un mondo futuro, tragicamente reale nel presente, e lontano dalle nostre comodità, dove i bambini vengono sottratti ai propri genitori solo per avere fatto un disegno.

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