Il “Mal secco” è una malattia che affligge le piante di agrumi, causata da un fungo: il “Phoma tracheiphila”.

Il “Mal secco”, grave malattia che colpisce gli agrumi, e le misure adottate dal governo per contrastarlo

Secondo recenti stime in circa 30 anni, in Italia la superficie agricola coltivata a limoneto è diminuita del 45%, e la produzione del 41%; un declino in buona parte causato dal dilagare del “Mal secco”, una patologia degli agrumi considerata altamente distruttiva.

Il governo corre ai ripari istituendo nella legge di Bilancio, approvata dal Parlamento lo scorso 29 dicembre, un apposito Fondo in difesa della salute degli agrumi.

La misura di aiuto, ideata per le regioni dove sono presenti produzioni di agrumi certificati da marchio di qualità, prevede una dotazione economica pari a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, per un totale di 9 milioni stanziati.

In particolare, il fondo serve per finanziare le attività di ricerca finalizzate al contenimento della diffusione del ’Mal secco’, specificatamente alle produzioni Igp.

«Ricercatori e imprenditori, collaborando nell’ambito di progetti europei, nazionali e regionali, possono rinnovare il panorama varietale, ampliare il calendario di maturazione e commercializzazione, ottenere varietà resistenti ai patogeni endemici e a rischio di introduzione» – Afferma Silvia Di Silvestro, responsabile della Sede di Acireale del Crea-Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura – «In particolare, la limonicoltura dell’area del Mediterraneo da oltre un secolo è afflitta da Mal secco, malattia provocata da un fungo patogeno (Plenodomus tracheiphilus) che costringe a drastiche potature e continui reimpianti con un grave impatto sul reddito dei limonicoltori» – Ha aggiunto Silvia Di Silvestro.

Il problema del Mal Secco degli agrumi, che sta danneggiando fortemente l’agricoltura siciliana, è stato il tema centrale di un incontro che si è svolto lo scorso 15 febbraio al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

Alla riunione ha preso parte anche il vice presidente della Commissione Bilancio della Camera, Luca Cannata.

Il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) si è, attivato per lo svolgimento delle relative attività di ricerca, e sono state inoltre poste le basi per un prossimo decreto con il quale intervenire in termini operativi e concreti sul tema.

La Sicilia è la zona di massima allerta del “Mal secco” dato che è la regione italiana in cui si concentra oltre il 92% della superficie limonicola italiana, diffusa principalmente negli areali costieri delle province di Siracusa (36%) e Catania (23,2%).

Sintomi e danni causati dal “Malsecco”

Il “Mal secco” è una malattia che affligge le piante di agrumi, causata da un fungo: il Phoma tracheiphila”.

Questo patogeno fungino attacca principalmente le piante di limone, cedro, e bergamotto, la sua diffusione è localizzata nelle aree del Mediterraneo, nel Mar Nero ed in Asia Minore.

Il Phoma tracheiphila” forma delle spore che vengono trasportate per brevi distanze dalla pioggia o dal vento verso nuove foglie, dove invadono gli stomi o più probabilmente ferite fresche.

Pianta di limone colpita da "Mal secco"
Pianta di limone colpita da “Mal secco”

Il “Mal secco” si propaga attraverso attraverso le ferite nelle piante di agrumi colpite nel periodo compreso tra ottobre e febbraio in concomitanza di climi umidi e piovosi.

Il fungo si insedia nei vasi legnosi provocando la caratteristica sindrome delle tracheomicosi.

I primi sintomi si manifestano sulle foglie apicali che mostrano decolorazioni, ed ingiallimenti soprattutto in corrispondenza delle nervature.

Con il tempo si verifica la caduta delle foglie e il disseccamento dei rametti; nel caso di infezioni della parte esterna della pianta il decorso della malattia è lento, e si ha l’emissione di numerosi polloni1.

Se invece l’infezione prende avvio dalle radici, si ha la morte della pianta in breve tempo.

Un altro sintomo è costituito dalla tipica colorazione “salmone” che assume il legno infetto.

Da oltre un secolo il “Mal secco” colpisce gli agrumeti in Italia

Il “Mal secco” non è una patologia recente; da oltre un secolo colpisce gli agrumeti italiani, come hanno ricostruito Antonino e Vittoria Catara, docenti dell’Università di Catania, nella loro pubblicazione “Il ‘Mal secco’ degli agrumi, da un secolo in Sicilia”.

In questo testo del 2019, i due docenti spiegano la diffusione, e i danni causati dal “Mal secco”, malattia resasi particolarmente devastante negli ultimi anni.

La prima malattia fungina dei limoni riscontrata in Europa risale al 1800 in Grecia, ma si sospetta che il fungo abbia avuto origine proprio in Asia centrale, area di provenienza degli agrumi.

In Sicilia il “Mal secco” ha fatto la sua prima apparizione documentata nel 1918 nel messinese, arrivando negli anni successivi a provocare la distruzione di circa 3.000 ettari di limoneti.

A metà degli anni ‘80 del secolo scorso la produzione complessiva di agrumi siciliani superava le 680.000 tonnellate, mentre secondo i dati del 2017 la Sicilia contribuiva con appena 384.000 tonnellate alla produzione nazionale, che superava di poco le 440.000 tonnellate.

Le province più generose risultavano quelle di Siracusa e Catania, che in base ai dati ISTAT considerati nello studio avevano contribuito rispettivamente con 128.000 e 112.000 tonnellate.

I metodi per contrastare il “Mal secco” consigliati dagli agronomi

Gli agronomi hanno individuato alcuni rimedi per evitare il propagarsi del “Mal secco”, come: estirpare i ceppi di piante infette, evitare lavorazioni del terreno da metà autunno a primavera avanzata, tagliare e bruciare i rami infetti.

Viene suggerito inoltre di non praticare reinnesti su piante malate, e di proteggere il limoneto, coprendolo con reti o cannucce durante i periodi di grandinate, gelate e venti intensi.

Gli esperti consigliano, inoltre, di realizzare le operazioni di potatura preferibilmente nella tarda primavera.

In questa occasione bisogna approfittarne per eliminare i ‘polloni’ che si sviluppano sotto il punto d’innesto.

A livello chimico, non bisogna eccedere nelle concimazioni ricche di azoto, mentre possono avere effetti positivi i trattamenti a base di rame, coerenti con i protocolli del biologico, nel periodo compreso tra ottobre ed aprile come pure in seguito ad eventi meteorologici gravi.

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Glossario

1 Con il termine botanico ‘pollone’ si indica quella parte di una pianta legnosa sotto forma di ramo che si sviluppa ai piedi dell’albero, a volte anche direttamente dalla radice. Simili ai polloni sono i succhioni, che si sviluppano dal tronco o da una branca.