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Salute

Italia in pericolo, il Mediterraneo sta crescendo troppo in fretta: tre volte più di quanto previsto

Pubblicato da
Claudio Rossi

I dati che arrivano sull’innalzamento del livello del Mediterraneo sono inquietanti: intere zone costiere a forte rischio.

Il cambiamento climatico sta portando a una crescente preoccupazione in tutto il mondo, con uno dei suoi effetti più evidenti e pericolosi che si manifesta nell’aumento del livello del mare. Le recenti ricerche scientifiche confermano che il livello del mare sta salendo a una velocità preoccupante, mettendo a rischio comunità costiere e ecosistemi marini.

Grande preoccupazione per l’innalzamento del livello del Mediterraneo – (Newsicily.it)

Le principali cause di questo aumento sono legate al riscaldamento globale e alla fusione dei ghiacci polari. Il crescente accumulo di gas serra nell’atmosfera contribuisce al surriscaldamento del pianeta, innescando il disgelo dei ghiacci presenti in Groenlandia e nell’Antartide. Questo processo ha accelerato negli ultimi decenni, portando a una rapida perdita di massa di questi enormi depositi di acqua dolce.

Italia in pericolo: il Mediterraneo si ingrossa

Le comunità costiere sono particolarmente vulnerabili a questo fenomeno. Migliaia di persone vivono in aree a rischio, con città metropolitane e piccoli villaggi costieri che potrebbero subire danni irreparabili. Le inondazioni costiere diventano sempre più frequenti e intense, minacciando le infrastrutture, le abitazioni e la sicurezza delle persone.

Allarme in Italia: il Mediterraneo si ingrossa – (Newsicily.it)

In alcune zone del Mediterraneo il livello del mare sta aumentando a una velocità quasi tripla rispetto alle zone stabili. Addirittura in maniera nettamente superiore rispetto alle stime fornite appena pochi anni fa (nel 2021) dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Oggi le cifre inquietanti arrivano dagli studi dei ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e del Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud (Olanda).

La pubblicazione “Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts”, sulla rivista internazionale Environmental Research Letters, parla di un aumenti di almeno tre volte superiore rispetto alle zone stabili.

L’aumento del livello del mare non minaccia solo le comunità umane, ma ha anche gravi conseguenze sugli habitat marini. Le zone umide costiere, fondamentali per la biodiversità, sono a rischio di scomparsa. Specie marine e uccelli che dipendono da questi ecosistemi potrebbero trovarsi in pericolo di estinzione. Secondo le ultime stime dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), a rischio vi sono fra 2500 e 5000 chilometri quadrati di territorio italiano.

Alla fine di questo secolo il mare si alzerà di 40 centimetri rispetto ad oggi, ma potrebbero diventare addirittura 80 centimetri se non sarà presa alcuna azione di mitigazione. La gravità della situazione richiede una risposta globale coordinata. Gli accordi internazionali sul clima devono essere rafforzati, e gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra devono essere intensificati. Allo stesso tempo, è fondamentale implementare misure di adattamento per proteggere le comunità costiere e preservare gli ecosistemi marini.

Pubblicato da
Claudio Rossi