Elezioni comunali a Palermo - Caos all'election Day del 12 giugno 2022

Il Caos delle recenti elezioni comunali a Palermo

Le molte le rinunce di presidenti di seggio hanno creato disagi in varie sezioni

Circa 200 persone sono state segnalate alla procura

Elezioni comunali a Palermo – Il 12 giugno 2022 è una data che sicuramente è destinata a diventare indimenticabile per la città di Palermo, poiché si tratta di una giornata in cui i palermitani hanno vissuto la gioia per il ritorno del Palermo in Serie B, e il caos creato in varie sezioni a causa della rinuncia di molti presidenti di seggio.

Due momenti diametralmente opposti, che per ironia della sorte possono benissimo identificarsi con quei colori della squadra del Palermo: il Rosa, ed il Nero, quasi a volere esprimere la dualità fra gioia e dolore. Due emozioni diverse vissute dai palermitani nella stessa giornata, in cui l’amarezza per i fatti spiacevoli successi in numerose sezioni elettorali, è stata compensata dalla vittoria tanto attesa per la squadra del cuore, una data che rimarrà impressa in modo indelebile nella memoria collettiva dei cittadini di Palermo.

Ma andiamo con ordine a ripercorrere ciò che è successo il 12 giugno 2022 a Palermo: molti persone designate come presidenti di seggio per l’Election Day (in cui, come è noto sono state accorpate le elezioni comunali e i 5 referendum nell’intero territorio nazionale), hanno rinunciato alla nomina, all’ultimo momento utile, causando evidenti disagi agli elettori recatisi ai seggi, e stravolgendo in modo negativo le normali operazioni di voto.

Il caos venutosi a creare, ha raggiunto livelli paurosi, definiti da qualcuno addirittura paragonabili a ciò che succede in un paese da quarto mondo: nella mattina del 12 giugno, molti elettori sono stati costretti a ritornare a casa, senza potere espletare sin da subito il proprio diritto di voto, su consiglio di ritornare nelle ore successive in attesa di un sostituto presidente di seggio.

Gli scrutatori presenti sono dovuti rimanere nei seggi, per molte ore, in attesa di un presidente di seggio che avrebbe dovuto sostituire la persona designata a ricoprire tale incarico.

A peggiorare la situazione ha contribuito anche la rinuncia di circa il 30% delle persone designate come scrutinatori, e l’attacco hacker subito dal sito ufficiale del comune di Palermo, che ha impedito lo svolgimento di molte funzionalità previste per far fronte alla necessità di una corretta organizzazione delle operazioni di voto; per dirla brevemente ulteriori rallentamenti all’intera macchina organizzativa dell’amministrazione comunale. Una situazione che in tutta sincerità definire caotica appare molto riduttivo.

La procura di Palermo ha avviato un’inchiesta per fare chiarezza su ciò che è successo alle elezioni comunali a Palermo

La procura di Palermo ha prontamente provveduto ad aprire un’inchiesta per far luce su ciò che è successo all’Election Day a causa dell’assenza di presidenti in diverse sezioni. Le indagini sono state delegate alla Digos della Questura.

Tra le ipotesi di reato da accertare, si configurano l’interruzione di pubblico servizio, il rifiuto di atti d’ufficio, e la violazione della Legge Elettorale del 1960.

Da quanto si apprende, i nominativi segnalati alla procura palermitana sono circa 200 e comprendono oltre ai 174 presidenti già nominati anche altri soggetti.

Entro la mezzanotte di sabato, 11 giugno, è stato possibile individuare 64 sostituti presidenti, a cui sono stati aggiunti altri 60 nelle ore successive, ma alle 7.00 di mattina, orario in cui i cittadini avevano la possibilità di recarsi a votare, rimanevano ancora 50 sezioni scoperte.

La situazione si è definitivamente risolta intorno alle 13.00, con l’annuncio di Prefettura e Comune sulla nomina di tutti i presidenti senza aver adottato, fortunatamente, l’accorgimento di accorpare le sezioni rimaste scoperte con quelle in i presidenti di seggio si erano presentati normalmente.

Ma da Palazzo delle Aquile era già stata manifestata l’intenzione di inviare gli atti alla Procura per accertare eventuali responsabilità penali.

L’obiettivo prefissato degli accertamenti sarà incentrato sulla verifica di quanti, fra i presidenti di seggio che non si sono presentati, abbiano effettivamente provveduto ad inviare in tempi utili la comunicazione di rinuncia all’incarico, e se gli effetti derivanti dell’attacco hacker lo abbiano impedito.

Fra le varie ipotesi del caos delle elezioni comunali a Palermo, la partita Palermo-Padova, il RdC, e l’incompetenza dell’amministrazione comunale, si fa strada l’analisi accurata dell’Avv. Stefano Giordano

Sono varie le cause dei disagi successi a Palermo nella tornata elettorale del 12 giugno, fra queste una che è diventata molto popolare nell’opinione di gran parte di elettori e scrutatori, sarebbe da ricercare nella concomitanza con i play-off di serie C, in cui il match fra Palermo e Padova ha deciso le sorti dello spareggio-promozione tra le due squadre, e poi risoltasi con la vittoria della squadra Rosa Nero, e il conseguente ritorno, tanto atteso dai tifosi nel campionato cadetto di calcio.

Altri ancora ritengono che le cause di una situazione così eclatante, da rasentare l’assurdo, sarebbero da attribuire all’incompetenza dell’amministrazione comunale di Palermo, mentre secondo altre opinioni molto diffuse, risiedono nel Reddito di Cittadinanza, al punto che qualcuno chiede a gran voce di togliere tale forma di sussidio ai presidenti di seggio che lo percepiscono (sempre ammesso che effettivamente sia così).

In tutta questa marea di esternazioni, e commenti diffusi nei social network, più o meno influenti si fa strada l’analisi dell’ Avv. Stefano Giordano, penalista, docente di diritto penale presso la Sspl dell’Università degli Studi di Palermo, figlio di Alfonso Giordano, il giudice che ha ricoperto l’incarico di Presidente del Maxi processo contro la mafia, una figura simbolo, insieme alle vittime di mafia, delle vittorie di quel periodo compreso tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso.

La verità è che la gente parla di tutto senza saperne nulla” – scrive su Facebook l’avvocato – “Con questa storia dei presidenti di seggio, al netto di una certa atavica disorganizzazione, il comune non c’entra proprio nulla. I presidenti vengono nominati dalla Corte d’appello, attingendoli da una lista formata da chi ha fatto domanda di essere incluso.

Se rinunciano entro una determinata data, vengono sostituiti da altri inseriti nell’albo. In questo caso, però, vengono depennati definitivamente dalla lista.

Per non essere cancellati, rinunciano all’ultimo giorno, tra venerdì e sabato, e la patata bollente rimane nelle mani del sindaco, con tutte le enormi difficoltà a sostituirli.”

Avvocato Stefano Giordano
Avv. Stefano Giordano, penalista, docente di diritto penale presso la Sspl dell’Università degli Studi di Palermo

Secondo l’opinione dell’Avv. Giordano è stata l’esperienza di cinque anni fa, quando lo scrutinio si protrasse per giorni, a terrorizzare i presidenti di seggio nominati, che da un lato non intendono rimanere “prigionieri” nei seggi per svolgere una notevole mole di lavoro, e dall’altro lato, invece, sono molto restii a perdere la presenza nell’albo per potere continuare a svolgere tale ruolo in altre consultazioni elettorali generalmente molto più semplici e veloci da gestire.

Lo stesso problema si è posto in tutti i comuni in cui si vota anche per il sindaco, con una media di rinunce del 30-40%. Ma, se ne deve sostituire tre o quattro, pur con enormi difficoltà, alla fine il sindaco ci riesce. Quando, come a Palermo, le rinunce sono centinaia, il sistema si blocca. Insomma, è solo un fatto di egoismo-conclude l’Avvocato” – conclude nei social l’Avv. Giordano.

L’analisi formulata dal penalista palermitano offre sicuramente una chiave di lettura più approfondita, e soprattutto più pertinente delle varie ipotesi descritte precedentemente, e che allontana quindi qualsiasi idea tesa a criticare l’operato del comune di Palermo, la questione legata al tifo calcistico, e il tanto amato e odiato allo stesso tempo Reddito di Cittadinanza.

Solo una visione distaccata da tutto ciò che finora si è palesato nell’ondata di indignazione (peraltro ampiamente condivisibile), ma ragionevolmente fondata, soprattutto sulla base di una grande esperienza in ambito legale.

Non rimane quindi che sperare sia fatta la dovuta chiarezza su ciò che è accaduto il 12 giugno 2022 a Palermo, durante l’Election Day, ma soprattutto, lanciare un appello alle istituzioni affinché non si ripeta più una situazione simile, che indipendentemente dalla posizione geografica, o dagli eventi sportivi, sarebbe potuta succedere ovunque.

Nicola Scardina

Fonte

Il Settimanale di Bagheria.

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