La Federazione Armatori Siciliana critica i criteri di attuazione del Bando FEAMP, e ne chiede la proroga dei termini di scadenza
La FAS (Federazione Armatori Siciliana) ha manifestato forti critiche nei confronti del Bando FEAMP della Regione Siciliana per potenziare i servizi portuali.
Il Bando FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca), pubblicato nel sito ufficiale della Regione Siciliana, riguarda l’attuazione della misura 1.43, per l’anno 2023 , ed ha come oggetto: “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca”.
Il termine ultimo di presentazione delle domande per partecipare al Bando FEAMP (approvato con Decreto del Dirigente Generale n. 104/pesca del 23.02.2023). è fissato alle ore 12.00 del 31 marzo 2023.
La lettera della FAS in cui viene richiesta la proroga della scadenza del Bando FEAMP
In una lettera, firmata da Natale Pipitone, Presidente della Federazione Armatori Pesca, per la Città Metropolitana di Palermo, ed indirizzata alle autorità regionali competenti in materie marittime e di pesca, vengono elencate le criticità riscontrate nell’attuazione del bando FEAMP.
«A seguito dell’avviamento del Bando di cui in oggetto» – Scrive Natale Pipitone – «per lo scrivente, sembrerebbe che detto bando si configuri in un ulteriore sperpero di denaro pubblico, in quanto, per la sua configurazione non è in grado di rispondere alle problematiche, navigate negli anni dalle Marinerie Locali in onore dei Porti Siciliani».
Nel prosieguo della missiva Natale Pipitone espone le critiche della FAS al Bando FEAMP in maniera netta e decisa: «Duole ancora una volta evidenziare che in Sicilia non esista un solo porto adeguato alle normative vigenti, e alle corrette applicazioni di legge e alla rispondenza della Regola d’Arte».
Il Presidente della FAS di Palermo, lamenta in particolare la mancanza di un confronto con il Dipartimento Regionale della Pesca, come emerge dal paragrafo successivo: «Lo scrivente tiene a sottolineare che più volte, ha chiesto nel corso dei lustri, un confronto costruttivo con il Dipartimento della Pesca che di fatto non ha mai sortito attuazione e/o considerazione».
«Ritengo che ciò, scaturisca dal fatto di evitare di interfacciarsi con un progettista navigato, onde evitare le carenti problematiche dell’Amministrazione Regionale» – Continua Pipitone.
Natale Pipitone fa presente, inoltre, nella lettera, che in più occasioni gli è stato negato l’accesso agli atti, nonostante siano pubblici, e che vengano, peraltro richiesti da egli in qualità di Componente della Commissione Regionale della Pesca della Regione Siciliana.
Pipitone nella sua lettera descrive le sue disavventure burocratiche, in cui dopo molte insistenze riesce ad ottenere l’accesso al fascicolo riguardante il porto di Patti, in cui egli ha notato che il prospetto del Quadro Economico presentava importi di progetto difformi ai fondi erogati dalla Regione Siciliana.
Alla richiesta di Pipitone di visionare il progetto esecutivo riguardante l’importo erogato, la risposta che ottenne fu abbastanza lapidaria: “non esisteva il progetto rispondente alle somme erogate, ma esclusivamente il progetto iniziale”.
A tale risposta seguì la sottrazione del fascicolo e l’allontanamento dall’ufficio, con la giustificazione che il Sig. Pipitone non poteva accedere agli atti.
Non è stato quindi possibile per Pipitone la verifica del progetto originario e la relativa documentazione.
L’unico accertamento, sufficiente per far insorgere legittimi dubbi, risiede nella differenza degli importi tra il progetto originario e quello esecutivo: in quest’ultimo, infatti, l’importo era la metà dello stanziamento previsto nel progetto originario.
Nonostante queste azioni, totalmente ingiustificate, Pipitone è andato avanti nel suo impegno di risolvere le problematiche della marineria siciliana, non nascondendo affatto che più volte ha chiesto al Dipartimento Regionale della Pesca l’instaurazione di un tavolo tecnico con le Infrastrutture Regionali per analizzare lo stato attuale dei porti, e la necessità di istituire un ufficio di Coordinamento Regionale per consentire il confronto e il dialogo degli Uffici Regionali, al fine di attuare una corretta pianificazione, una corretta programmazione, una corretta progettazione e una giusta esecuzione dei corretti interventi per restituire la regola d’arte e la dignità smarrita all’intero comparto portuale del territorio della Regione Siciliana.
Molto incisiva è, a tale proposito, la nota di Pipitone nella lettera della FAS: «Ho reiterato con insistenza, lo stato precario delle pessime condizioni dei Porti Siciliani, ho marcato la necessita che ogni porto ha le sue intrinseche esigenze, insistono problematiche di errati orientamenti degli ingressi che non tengono in considerazione le problematiche relative ai venti e alle correnti, a cui dette opere vengono esposte e di conseguenza generano il lievitare dei costi di gestione, dovuti ai persistenti interventi di insabbiamento e/o mancata ossigenazione delle acque interne ai porti».
«Analizzato il bando di cui in oggetto, non credo affatto che l’intenzione sia di recuperare e/o adeguare e/o modernizzare e/o realizzare porti multifunzionali in grado di auto gestirsi e nello stesso tempo consentire la corretta risposta strutturale nel territorio, in grado di raggiungere uno sviluppo logistico operativo per una evoluzione culturale, sia nella realizzazione delle corrette infrastrutture portuali, sia nella ricezione e sfruttamento, consono alle necessità delle Marinerie Locali e per i propri cittadini».
Il bando FEAMP secondo il FAS è basato su criteri inaccettabili per le tempistiche di progettazione, e di realizzazione delle opere, come emerge dalla nota successiva di Pipitone: «sembrerebbe un miscuglio inaccettabile e incomprensibile, perché analizzando i tempi previsti per la progettazione, per la realizzazione delle tavole planimetriche di progetto, per la predisposizione dei computi metrici, dell’analisi prezzi, del capitolato dei lavori e del quadro economico per la realizzazione delle opere, non trascurando la parte fondamentale del cronoprogramma dei lavori per la corretta realizzazione esecutiva delle opere che non può essere certo definita in assenza di un progetto serio e di cui i tempi previsti dal bando non possono essere rispettati».
«Una delle critiche più marcate del FAS rivolte all’amministrazione regionale siciliana, getta dubbi sul classico “scarica barile” operato in modo le responsabilità in caso di eventuali fallimenti degli obiettivi previsti dal bando, non ricada sull’amministrazione stessa, come si evince nei paragrafi successivi della lettera:
«Lo scrivente ritiene che l’Amministrazione Regionale preferisca scaricare i fondi europei non curanti del raggiungimento corretto degli obbiettivi, sembrerebbe un gioco scorretto indirizzato nello scaricare le responsabilità, demandando ad altri lo svolgimento di quelli che sono i compiti istituzionali che dovrebbero essere risolti in ambito tecnico regionale, assegnando correttamente gli importi in riferimento ai corretti interventi di adeguamento per giungere agli obbiettivi di valorizzazione dei nostri porti, nella consapevolezza di risolvere correttamente le problematiche intrinseche dei porti Siciliani, che ad oggi, nulla hanno per essere definiti tali».
Un’altra “stoccata” del FAS all’amministrazione regionale denota la mancanza di un ufficio di progettazione: «È inaccettabile che la Regione Siciliana non abbia al suo interno un Ufficio di Progettazione in grado di garantire una svolta reale per la nostra Isola che da “Caput Mundi” è di fatto cimata, non in grado di realizzare quei minimi innesti che consentano il rilancio del nostro territorio e il futuro delle nostre generazioni, che di fatto lasciano perennemente la valigia di cartone ai migliori, che regaliamo ad altre nazioni senza il minimo impegno di spesa».
Nella parte conclusiva della lettera la Federazione Armatori Siciliani chiede all’Assessorato Regionale competente la proroga dei termini di scadenza del bando, per consentire una corretta redazione di progetti validi, e tal proposito scrive: «ci riserviamo di monitorare tutte le opere di cui in oggetto, di visionare e verificare tutti gli atti legati al predetto bando, al fine di evitare lo spreco di denaro pubblico, sarà nostro impegno vigilare sulle eventuali anomalie dei fondi impegnati, con trasmissione degli eventuali Atti ai Competenti Organi Giudiziari».
«La Federazione Armatori Siciliani ha l’interesse che i Porti della nostra amata Isola siano funzionanti e funzionali, in grado di essere ammodernati, ristrutturati ed adeguati alle normative vigenti tenendo cura della sicurezza, al fine di consentire la corretta utilizzazione delle strutture per i cittadini, per la Nostra Marineria e per i Diportisti, garantendo la migliore condizione di vivibilità dei Porti».
Non rimane quindi che attendere gli sviluppi futuri di questa intricata vicenda, dove emergono parecchi (e legittimi) dubbi sull’operato dell’amministrazione regionale siciliana, sperando che si faccia chiarezza, e che la richiesta della Federazione Armatori Siciliana venga accolta.
Nella foto in evidenza: Veduta aerea del porto di Palermo.
Nicola Scardina
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