A Palermo, un incontro culturale con Andrea Castrovinci Zenna, autore della silloge “Inverni”
L’evento si svolgerà oggi, 10 novembre, alle 17.30, presso Spazio Cultura Libreria Macaione
Nella giornata di oggi, 10 novembre alle 17.30, a Palermo, presso Spazio Cultura Libreria Macaione (in via Marchese di Villabianca, n. 102) si svolgerà un incontro letterario con Andrea Castrovinci Zenna, autore della silloge Inverni, edito quest’anno da Terra d’Ulivi Edizioni.
A dialogare con il poeta saranno Patrizia Sardisco, e Noemi De Lisi.
Durante l’incontro sarà dedicato un omaggio al poeta Nicola Romano, scomparso il 15 settembre scorso, con la lettura di una sua poesia.
“Inverni” la seconda opera di Andrea Castrovinci Zenni, dedicata alla madre
Dopo la sua prima silloge poetica, “Il nome di mia madre” , edita da Ensemble editori, Andrea Castrovinci Zenna scrive la sua seconda opera, “Inverni”.
Le due opere sono profondamente intrecciate dal tema che le unisce: il dolore e l’elaborazione del lutto della madre.
Anche in questo secondo libro, sono fortemente accentuate le influenze letterarie del primo novecento. Echi pascoliani e dannunziani rendono il corpo testuale denso di rimandi, e di citazioni, che guidano la creatività linguistica del giovane poeta.
Tradizione e attenzione agli autori che hanno affrontato il tema della meditazione sulla morte e sulla perdita. Al centro rimane la conversazione con la madre.
La poesia diventa un limbo sospeso, dove continuare questo dialogo fondativo tra madre e figlio. La madre nel suo essere relazione primaria è fonte di ispirazione e di confronto con ciò che era e che non c’è più.
La mutazione tragica del vivere e del morire si innesta nella malinconia e nella tristezza di una condizione umana, costretta ad attraversare gli effimeri passaggi dell’esistenza.
Il titolo è indicativo della direzione filosofica del testo. La stagione invernale rammenta la nascita e la morte, ha in sé l’elemento della caducità e della trasformazione solitaria di ogni essere. Il gelo è simbolo di questa assenza di calore, di quella orphanage che ritorna in ogni pagina.
Un lamento crepuscolare che potrebbe ricordare il versificare affranto di Gozzano e Corazzini.
Grande richiamo anche alla poetica foscoliana, a quella corrispondenza di affetti che ci lega a chi abbiamo perso. Dolore, tempo e memoria come scrisse Sigmund Freud sono le tre fasi dell’elaborazione del lutto, che in questo testo sono tragicamente presenti.
(Da “Menabò online” Rivista Internazionale di cultura poetica e letteraria).
Nella foto in evidenza, Andrea Castrovinci Zenna.
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